Sono passati sei anni da Helplessness Blues e finalmente ritornano i Fleet Foxes con un nuovo disco.
Osannati dalla critica, amati dal pubblico, praticamente all’apice del successo, la band proveniente da Seattle sparisce nel nulla ed i suoi due membri fondatori, Robin Pecknold e Skyler Skjelset, fuggono dalla montagna per studiare letteratura americana alla Columbia University di New York (il primo) e per volare in Giappone dietro ad altri progetti musicali (il secondo).
Un lunghissimo silenzio che termina con la pubblicazione di Crack-Up, il loro terzo album, che definire anacronistico è un eufemismo. Sembra quasi che i Fleet Foxes, in tutti questi anni, siano rimasti volutamente fuori dal tempo e dallo spazio. Tutta la bellezza di questa band forse è racchiusa proprio in questa capacità di restare lontano da tutto e poi di ritrovarsi per ricomporre un mosaico ricchissimo di suoni, melodie, voci che rendono le 11 tracce di Crack-Up un brano unico, capace di prendere chi l’ascolta per mano e accompagnarlo per un viaggio fantastico di 56 minuti nel loro magico mondo.
Crack-Up, che prende il nome da un saggio di Francis Scott Fitzgerald, è un album, per stessa ammissione di Robin Pecknold, di rottura, nato con l’idea che si possa rompere e scomporre per poi ricomporlo in una maniera diversa anche non coerente con l’originale.
Contiene queste 11 canzoni ed è uno di quei dischi ancora capaci di stupire.
L’album è stato pubblicato su iTunes Store il 16 giugno 2017 e si può scaricare da QUI.
Tracklist
- I Am All That I Need / Arroyo Seco / Thumbprint Scar
- Cassius, –
- – Naiads, Cassadies
- Kept Woman
- Third of May / Ōdaigahara
- If You Need to, Keep Time on Me
- Mearcstapa
- On Another Ocean (January / June)
- Fool’s Errand
- I Should See Memphis
- Crack-Up
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