Dopo aver pubblicato su questo sito 922 articoli lo posso dire: scrivere è terapeutico. L’elaborazione delle idee necessaria a mettere per iscritto i proprio pensieri aiuta a far chiarezza e stimola l’approfondimento. E’ capace di dar fiducia, soprattutto quando supportata dai feedback ricevuti e dai commenti dei lettori.Ho pensato di scrivere questa riflessione un istante dopo aver ricevuto, in risposta alla newsletter che molti di voi amici di Casa Bastiano ricevono ogni settimana, una mail di un perfetto sconosciuto che si definisce vecchietto per il fatto di aver raggiunto i 65 anni e che si complimenta con me in particolare per la sincerità e onestà con cui ho scritto l’articolo dal titolo Il mio sparuto voto.
Fin qui niente di speciale, a parte i complimenti al sottoscritto sempre ben accetti e graditi. Ma c’è di più, la mail continua e arriva a dire quello che probabilmente chi l’ha scritta ha dentro fin dall’inizio, fin da quando ha pensato di scrivermi:
“… io ho votato PD, forse anche perchè sono vecchietto (65 anni!) e forse
anche per “paura”? forse un bisogno di “sicurezza”?! però sapevo anche
prima ma adesso ne ho la conferma che avanti così non si va da nessuna
parte!
e dire che lavoro con persone giovani e le apprezzo, anzi mi danno anche
una certa fiducia, ovviamente non tutte, ma è ovvio , non si può pretendere!
Sto pensando anche un’altra cosa,che forse le sembrerà strana: credo che
il periodo dell’invecchiamento che sto vivendo, comporti dei cambiamenti
e delle insicurezze che assomigliano a quelle dell’adolescenza!!
facciamo le persone sicure che sanno come e cosa fare, in realtà siamo
confusi e incerti!
credo che ci si potrebbe aiutare di più tra adolescenti e
“invecchianti”, e trovare strade che aumentino la fiducia !
chissà …”
Leggendo queste parole mi convinco che anche per lui sembra funzionare il meccanismo terapeutico della scrittura. Scrive a me, evidentemente più giovane di lui. Elaborando i suoi pensieri e ammettendo che si trova in un periodo particolare della sua vita arriva ad auspicare una soluzione finale che trovo possibile e che mi sento di sostenere calorosamente.
Certo caro lettore sconosciuto della newsletter di Casa Bastiano che ci si dovrebbe aiutare di più tra persone di differenti età e, aggiungo io, differenti livelli culturali e idee sulle cose del mondo. Credo che il rapporto con gli altri vissuto in questo modo sarebbe in grado di arricchire molto entrambe le parti. Purtroppo è un punto di arrivo difficile da raggiungere, ma ci si può provare. Ci si deve provare. In ogni situazione, contesto e rapporto, in ogni età ci siamo tutti ritrovati a cercare la strada migliore per aumentare la nostra fiducia. Nell’arco di un’intera vita possono cambiare i modi e le persone con cui abbiamo a che fare, ma se c’è la volontà si può arrivare facilmente a trovare nuovi modi e nuove persone e questa storia che vi ho appena raccontato credo possa rappresentare un ottimo punto d’inizio.
Riflettiamoci tutti e parliamone, a me sembra un argomento molto interessante e stimolante (i commenti sono aperti).
2 commenti su “Strade che aumentano la fiducia”
Caro Michele, ecco un’altra ultra-sessantenne che vuol esprimerti il suo compiacimento per quello che hai scritto (anche perchè ti conosce da bambino, ma non sotto questa veste matura e riflessiva). E’ vero ciò che dici, e tante volte, io stessa scrivo, solo per me, e questo mi libera e mi da la sensazione di essermi confidata o sfogata con qualcuno. Quanto scrivo non viene letto da nessuno e tante volte lo distruggo, è solo per me e non avrei il coraggio di renderlo noto. Ma tu fai bene, pubblica, pubblica… noi ti leggiamo.
Ciao, vorrei aggiungere solo un commento a proposito delle diverse età…a me un 65enne non sembra assolutamente “vecchietto”, e dal punto di vista dei miei 42 io intorno a me vedo solo “persone” con un diverso grado di esperienza.
A me piace confrontarmi con tutti – a patto che siano un minimo aperti! – e mi interessa molto sia quello che hanno da dirmi i miei nipoti adolescenti con tutto il loro entusiasmo e la loro freschezza sia quello che possono insegnarmi le persone più avanti negli anni.
Quello che conta è appunto l’esperienza, intesa come vissuto e pensato di ognuno… se si è capaci di riflettere su quello che viviamo si è esperti anche a 20, oppure non lo si è nemmeno a 80 – e in questo senso la scrittura certamente può aiutare, per approfondire e capire se stessi, gli altri, la vita.
Quindi sì, scriviamoci!
Grazie per questa ooportunità
Edda