Erano parecchi anni che non passavamo un periodo di vacanza in Grecia. Dopo aver viaggiato per tanto tempo zaino in spalla tra le sue belle isole salendo e scendendo da traghetti e dormendo in tipiche e pittoresche camere in affitto, quest’anno abbiamo cercato di organizzare una vacanza a misura di bambino con qualche attenzione in più, ma il caso ha voluto che da subito si sia trasformata in una bella seppur in certi momenti difficile avventura più simile ai viaggi di qualche anno fa che alla nostra idea di viaggio con bambino.
Il volo fino ad Atene è stato praticamente perfetto così come il pernottamento in città, l’avventura è iniziata il giorno dopo: fino a pochi giorni prima della nostra partenza l’unica compagnia aerea a fare la tratta Atene/Ikaria (dimenticavo, la meta finale del nostro viaggio è l’isola di Ikaria) era la Athens Airwais, peccato che solo due giorni prima di lasciare l’Italia ci abbia comunicato per mail che dal 1 giugno non aveva più la licenza per volare su Ikaria (pare che ogni anno all’inizio della stagione estiva le compagnie facciano bagarre per aggiudicarsi alcune tratte che improvvisamente diventano estremamente profittevoli… così di punto in bianco una compagnia può perdere o acquisire una tratta lasciando vacanti per qualche giorno alcune destinazioni). Essendo ormai il 2 giugno e trovandoci ad Atene cerchiamo invano un’altra compagnia scartando un charter che partiva alle 5 del mattino. Il nostro destino sembra proprio segnato: il traghetto è l’unico mezzo per raggiungere la nostra isola. Compriamo così tre biglietti per la nave Nissos Mikonos e ci avviamo al porto del Pireo memori di tutti i ricordi dei nostri precedenti viaggi (compresa quella volta che guidando nel terribile traffico di Atene ci ritrovammo al Partenone invece che al Pireo!) Saliamo con bagagli e passeggino confidando che a Taddeo la nave piacerà, ma anche qui l’imprevisto è dietro l’angolo: alle 12 in punto mentre stiamo lasciando il porto alcune barche di pescatori si mettono di traverso bloccando di fatto l’uscita e l’ingresso di tutte le navi dal porto e iniziando così uno sciopero. Solo dopo 4 ore di attesa (e di invenzioni per intrattenere Taddeo) i pescatori ci lasciano finalmente partire… A questo punto l’ora di arrivo prevista non è più le 19 ma le 23… calcolando che poi dobbiamo prendere un taxi e che l’hotel dista circa un’ora dal porto non ci va poi così male!!! Per fortuna Taddeo in nave si diverte e verso sera si addormenta, ma come sarà all’arrivo? Al porto di Ikaria il taxi ci aspetta e con Taddeo ancora felicemente dormiente iniziamo ad arrampicarci su una ripida, stretta e tortuosa stradina che ci porta dalla parte opposta dell’isola regalandoci alcuni meravigliosi scorci notturni sul mare e sulla vicina costa turca. Quando ci presentiamo in hotel è ormai abbondantemente passata mezzanotte e Taddeo è sveglissimo, mentre noi siamo praticamente distrutti… non è ancora finita… ora bisogna fargli riprendere sonno cercando di evitare di farci cacciare dall’hotel già dopo la prima notte.
Qui iniziano finalmente le nostre vacanze tempestate ancora da qualche imprevisto (limitato a un giorno di pioggia e a qualcun altro di vento e nuvole), ma anche da tanto sole, mare e castelli di sabbia… Eh sì che che se ne dica servono e si ritorna in un attimo bambini… E’ normale e non c’è niente di male (sì lo ammetto io ho anche scavato fossati, riempito secchielli di acqua salata, raccolto sassi, ecc) ma in fondo sono sicuro che a Taddeo siano piaciuti… anche solo il per il fatto che ero lì a farli insieme a lui.
Ma perché tutta questa polemica sui castelli di sabbia? Dovete sapere che mentre mi davo da fare per costruirne uno, l’Annalisa scherzosamente mi ha detto: c’è chi sostiene che i papà al mare diventano super operosi a costruire castelli di sabbia per i loro figli i quali poi non sembrano minimamente interessati alle loro creazioni.
Punto nel vivo mentre sotto il sole tutto insabbiato stavo erigendo la mia ennesima meravigliosa opera sono stato al gioco e per tutta la vacanza ci siamo chiesti: ma costruire castelli di sabbia serve davvero?
Nel frattempo per nostra fortuna le cose sull’isola di Ikaria sono andate sempre meglio: splendide giornate di sole ci hanno fatto presto dimenticare l’incredibile fatica fatta per raggiungerla e la notizia che l’Olympic Airways avrebbe iniziato a volare da e per Ikaria a partire dal 15 giugno (giorno del nostro rientro) ci è sembrato un buon segno del destino… Questa volta in poche ore saremmo arrivati a Bologna!
QUI LE FOTO DELLA NOSTRA VACANZA A IKARIA – GRECIA
Alcune utili informazioni se pensate di visitare Ikaria:
Island Ikaria – The Complete Online Guide
Hotel Cavos Bay
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Un commento su “Castelli di sabbia”
Che ridere, mi viene in mente che a me e Gio è capitato lo stesso con gli aquiloni presi al mare per le bimbe: quando li abbiamo fatti volare, io e lui eravamo estasiati e completamente rapiti, mentre le bimbe dopo un po’ se ne fregavano altamente! Comunque, per rispondere alla tua domanda, certo che serve costruire castelli, come pure far volare aquiloni o cercare fragole nel bosco, sono tutte ottime forme di meditazione “svuota-mente”…oltre al fatto di costruire bellissimi ricordi per i tuoi figli, piccole cose insieme che rimarranno per sempre.