Johnny Cash ha inciso fino a poco prima della sua morte. Quest’anno, alla fine di febbraio, avrebbe compiuto 78 anni. Sentendo questo suo ultimo disco, ricavato dalle stesse sessioni del precedente American V: A Hundred Highways, non può che venire un po’ di malinconia, subito consolata e curata dal suo vocione, forse un po più rotto del solito, ma sempre ricco di emozioni. Probabilmente questo disco mette la pietra finale sulla carriera di un artista fenomenale e ci consegna il suo testamento definitivo di stati d’animo, sentimenti e musica che hanno accompagnato la sua incredibile vita. Probabilmente non è l’opera meglio riuscita della serie American prodotta dal bravo Rick Rubin, ma c’è del buono e c’è soprattutto lui, il grande Johnny Cash. Questo è un disco scarno, semplice e sincero a esatta immagine e somiglianza del suo autore, capace di regalarci per l’ennesima e ultima volta brani di assoluto valore come Ain’t no Grave, Redemption Day (firmato da Sheryl Crow), For the Good Times, Can’t Help But Wonder Where I’m Bound e I Don’t Hurt Anymore.
Grazie Johnny, ci mancherai! Michele