Sabato mattina sono andato in piazza a piedi per prendere il pane. Mi sono messo gli auricolari dell’iPod e mi sono lentamente avviato lungo Via Libertà ascoltando l’ultimo disco dei Pearl Jam. Un caldo sole ormai autunnale mi ha fatto subito capire di aver sbagliato abbigliamento. La felpa della tuta era eccessiva, una semplice maglietta a maniche corte era più che sufficiente. Arrivato all’incrocio davanti all’asilo, dove la strada per la piazza inizia la sua discesa e il panorama lascia intravedere parte del crinale tra Corno e Cimone, la mia attenzione viene catturata dall’ennesima terribile potatura a cui i poveri platani sul lato sinistro della strada vengono ripetutamente sottoposti. Non è la prima volta che questi alberi vengono, per dirla con le parole dell’artefice di tale scempio, “ridotti ai minimi termini” e io inorridisco sperando ogni volta che non muoiano. Decido di proseguire per la piazza concentrandomi sulla bella musica dei Pearl Jam, ma lancio due occhiate che non lasciano dubbi su quello che penso all’esecutore materiale che prosegue il suo lavoro con la motosega a tutto gas.
Giunto in piazza acquisto il pane e un pezzo di focaccia alla cipolla al forno. Incontro un amico e faccio due chiacchiere, ma non riesco a togliermi dalla testa quanto visto poco prima. Mentre parlo con lui inizio a pensare: no, questa volta non sto zitto, questa volta gli devo dire qualcosa. Chiudo in fretta la chiacchierata con il mio amico e mi dirigo in fretta verso casa sperando di trovare ancora sul posto l’addetto alla potatura. Con passo spedito e convinto arrivo mentre ha appena ultimato la potatura dell’ultimo albero.
Gli dico, in tono molto pacato e tranquillo: li vuoi fare proprio morire tutti questi alberi?
Quello che mi sono sentito rispondere, in tono molto meno pacato e tranquillo, è un delirio che parte da presunte argomentazioni (poco) scientifiche, passa per uno sfoggio di attestati di potatura e autorizzazioni del Comune e arriva dritto al succo della questione: gli alberi, secondo questo signore, producono sporco (foglie) e crescono troppo. In poche parole: meglio “ridurli ai minimi termini“, così come è meglio secondo lui rasare al suolo l’erba sottostante (stile deserto). Per ultimo, ciliegina sulla torta, mi dice che tanto lì tra qualche anno il Comune ci farà un parcheggio e quindi…. i puntini di sospensione li lascio completare a voi, direi che è ormai è tutto chiaro!
Lo lascio finire di parlare e cerco di calmarlo dicendogli che non mi ha mandato nessuno, ma che sono semplicemente un cittadino del Comune di Montese (come lui) interessato alla gestione delle aree verdi e gli ricordo che quegli alberi non sono suoi, ma della comunità montesina. E’ vero, lui ha l’autorizzazione del Comune per gestire quell’area di fianco a casa sua (e questo lo sapevo già perchè mi ero informato), ma non ha il diritto di compiere almeno due volte all’anno questo scempio ambientale.
Vorrei ricordare a questa persona e a molte altre, visto quello che si vede girando per Montese, che gli alberi è naturale che crescano ed è veramente brutto potarli in tal modo o tagliarli la cima una volta che sono grandi (come sempre più di frequente mi capita di vedere sulle conifere). Crescendo, gli alberi contribuiscono a rendere più verde e bello il nostro paesaggio, fanno ombra e fresco d’estate e liberano ossigeno mangiandosi un po’ di quella CO2 che fa preoccupare tutto il pianeta. E’ a questo che servono e sinceramente non mi sembra poco! E’ vero, nel tempo vanno mantenuti (non ridotti ai minimi termini) e in autunno perdono le foglie che vanno raccolte se uno ce l’ha davanti a casa.
A questo punto mi chiedo: è proprio necessario avere così poca tolleranza e attenzione nei loro confronti? Ho l’impressione che sempre più spesso gli alberi vengano visti come un problema più che come una risorsa importante come in realtà sono.
Allora mi rivolgo a te, signore che poti gli alberi vantandoti in questo modo di tenere pulito e ordinato il terreno pubblico vicino a casa tua: non ucciderli quei platani, lascia che crescano un po’ di più e che facciano un po’ più d’ombra durante l’estate dando conforto a tutte le persone (giovani, anziani e bambini) che passano da lì. Falli crescere e lascia che colorino di verde il paesaggio contribuendo a rendere più bello il posto nel quale viviamo. In caso contrario auguro a te e a tutte le persone che si comportano come te di finire sconfitto come gli orchi di Saruman nel celebre scontro per la libertà della Terra di Mezzo narrato nel terzo libro del “Signore degli Anelli”. Per chi non se la ricordasse o non l’avesse mai letta o vista, è secondo me una delle scene più memorabili e ricche di significato dell’intero racconto di Tolkien: nella terribile battaglia del Fosso di Helm, gli Hobbit insieme ad Aragon, Legolas, Gimli e Gandalf riescono a sconfiggere la moltitudine di Orchi inviati dal malvagio Saruman grazie all’intervento degli alberi che prendono vita e si organizzano per combattere il nemico che aveva reso la loro terra un deserto radendo al suolo e bruciando ogni forma di vita. Volete davvero che finisca così?
Michele
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