Leggo ogni giorno con molto interesse Punto Informatico, direi che è quasi diventato un rito, uno di quei momenti che se non ci sono mi mancano. In mezzo alle tante notizie pubblicate, ogni tanto ce n’è qualcuna che merita più attenzione di altre. E’ sicuramente il caso di questi 3 articoli che qui vi presento e che vi consiglio di leggere accuratamente dall’inizio alla fine:
Come fu che Amazon mi assunse
Simone Brunozzi racconta la sua esperienza nella ricerca del “lavoro dei sogni”. Un interessantissimo viaggio che porta dritto a Seattle e ci lascia 5 fondamentali regole che condivido pienamente. Per ottenere il lavoro dei tuoi sogni:
1) presentati sempre preparato
2) distinguiti dalla massa. Sii non ordinario. Mostra passione, e impegno.
3) sii preparato ad andare avanti, e sii convinto delle tue decisioni.
4) lavora duro, e avrai la giusta attitudine di fronte ad ogni situazione.
5) scegli un lavoro che ami
Hanno regalato una webmail a nostro figlio
La problematica sollevata dai genitori di un alunno della scuola media inferiore italiana in merito all’accesso alla mailbox che la scuola ha registrato al figlio su un noto portale è molto seria e non va sottovalutata. Questi genitori dimostrano di conoscere bene cosa si può celare dietro a internet e vanno dritto al punto auspicando l’adozione di software open source che dovrebbe essere una prerogativa degli enti pubblici. Invito tutti, genitori e non, a leggere il loro racconto.
ADSL, quando la banda larga è un miraggio
Torno su un tema caro a questo blog e per il quale mi sono battuto in prima persona prima che Montese fosse raggiunto dall’ottima copertura wdsl di Wifi Division. Questo articolo, però, ci fa ben capire come, a monte di tutto discorso adsl, il problema dell’infrastruttura tecnologica dell’Italia rimanga molto grave e come tutte le belle proposte degli operatori telefonici sulla velocità della connessione a internet siano purtroppo solo delle vane promesse. Leggete, leggete… e riflettete!
Per ultimo vi lascio il consiglio “+ uno”. E’ preso sempre da Punto Informatico, da quella sezione chiamata Cassandra Crossing che cura il bravo Marco Calamari. L’articolo, suggeritomi da Giovanni, è intitolato “Il mio nome è nessuno” ed è un’inquietante fotografia dello stato attuale della Rete, usata sempre più spesso per comprimere gli spazi di libertà del mondo materiale. C’è bisogno di privacy e anonimato, sostiene Calamari, per mantenere la nostra libertà e i nostri diritti civili, in Rete e fuori. E io sono d’accordo.
Buona lettura. Mickey!